Il Landmark Factory Building (LFB) è un bollino di merito che attesta il valore culturale di uno stabilimento industriale. Viene conferito se lo stabilimento, che è stato oggetto di un apposito protocollo analitico-descrittivo, si distingue per aver ricevuto almeno una valutazione “alta” e una valutazione “media” rispetto alle sue caratteristiche formali, strutturali e materiali, alle dinamiche produttive e alla sua collocazione sul territorio.
Il lungo periodo di espansione che caratterizza e segue in Italia gli anni della ricostruzione determina un’intensa attività edilizia legata allo sviluppo della piccola e media industria italiana. Il ventennio 1950-70, che vede la coscienza operaia maturare in consapevolezza e avanzare rivendicazioni di classe, corrisponde in ambito architettonico a una fase altrettanto significativa sul piano formale e strutturale, nella quale le fabbriche divengono oggetto di sperimentazione privilegiato dai progettisti. Nel caso del Lazio, l’inserimento delle fabbriche si confronta significativamente con un territorio estremamente vario dal punto di vista orografico, geografico e idrografico, oltre che ricco di preesistenze storiche.
L’obiettivo principale del progetto consiste nella valorizzazione delle risorse archivistiche presenti sul territorio relative al patrimonio architettonico del Lazio industriale, fino ad oggi poco accessibili e misconosciute. Muovendosi in senso centrifugo, a partire dalla ricognizione sugli archivi aziendali delle due realtà studiate, la Malteria SAPLO (ex Tirrena) e lo Stabilimento Farmaceutico AENOVA Group (ex Pfizer Italiana), le indagini hanno seguito diversi filoni di ricerca nell’intervallo cronologico di riferimento (1945-1975), consultando archivi istituzionali dislocati sul territorio regionale e nazionale e raccogliendo materiali iconografici e documentari relativi anche ad altri stabilimenti produttivi analoghi (malterie e laboratori farmaceutici).
In seguito all’istituzione nel 1950 della Cassa del Mezzogiorno e ai relativi interventi politici ed economici sul territorio nazionale, alcune porzioni del Lazio hanno conosciuto un’accelerazione nel loro sviluppo industriale che ha fortemente segnato la fisionomia del paesaggio e l’identità delle comunità in esso residenti. La Pianura Pontina, in particolare, è stata considerata come caso esemplare in ragione della sua leggibilità – a partire dalla rete idrografica e da quella stradale – e della continuità storica con gli interventi di bonifica e ripopolamento attuati tra le due guerre.
Tra le filiere produttive esistenti oggi nella regione del Lazio e attive fin dai primi anni Cinquanta, sono state ritenute esemplari quella agro-alimentare e quella chimico-farmaceutica: uniche ad aver mantenuto l’attività durante l’emergenza pandemica da Covid-19 (2020), anche recentemente stanno vivendo una fase di crescita significativa a livello nazionale e internazionale.