Mer, 8 Gennaio
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A partire dal 1950 l’azienda farmaceutica statunitense Chas. Pfizer &Co., Inc., nota per sfruttare la tecnologia della fermentazione nella produzione a larga scala di vitamine e penicillina, con la scoperta dell’antibiotico Terramycin® entra direttamente nel mercato farmaceutico americano avviando la commercializzazione dei propri prodotti. Nel giro di pochi anni l’azienda inizia l’espansione nei mercati esteri, affermandosi come una multinazionale leader nella produzione di antibiotici. John J. Powers Jr., assistente del presidente John E. Mc Keen, dirige i team internazionali col fine di «studiare l’economia, stabilire i contatti con i funzionari governativi, studiare la lingua, la storia e i costumi e assumere dipendenti locali ove possibile». In Italia la Pfizer inizia la sua attività nel 1955, distribuendo i prodotti importati dagli Stati Uniti, mentre nel 1956 avvia le pratiche per la costruzione del suo primo stabilimento italiano, nella frazione di Borgo San Michele (Latina). Il sito, non distante da Roma e ricco di acqua, è ricompreso tra le aree del Mezzogiorno d’Italia e permette all’azienda di accedere ai contributi statali. Promotrice della costruzione è la Pfizer Corporation, emanazione della Pfizer International con sede a Panama, nonché socia azionaria di maggioranza della Pfizer Italiana s.p.A., società fondata nel 1956 e proprietaria dello stabilimento. Inizialmente il complesso industriale è destinato alla sola produzione di preparati chimici, farmaceutici, medicinali biologici e agricoli, rivenduti integralmente a Pfizer International che si occupa della loro commercializzazione. Nel tempo, a seguito di ampliamenti e aggiornamenti tecnologici, lo stabilimento provvede anche della distribuzione dei prodotti e diviene il produttore principale delle specialità medicinali destinate ai mercati esteri (Africa, Sud-America ed Europa). Nel 2009 il sito industriale è venduto dalla Pfizer all’azienda tedesca Haupt-Pharma, che nel 2013 è acquisita dal gruppo Aenova, mantenendo la destinazione farmaceutica ad alta specializzazione.
A partire dal 1957 lo stabilimento provvede, per conto di Pfizer International, alla fabbricazione di specialità chimiche, farmaceutiche, antibiotiche e preparati biologici sotto forma di capsule e compresse, unguenti e pomate, liquidi e polveri. Nei primi decenni di attività l’azienda si specializza nella produzione di una vasta gamma di prodotti che comprende Antibiotici (Sigmacina, Terramicina, Combiotic e Sreptoidrazide), Antitubercolari (Viocin), Diuretici (Renese), Ormoni steroidi (Cortril, Deltacortril, Terra-cortril), Vitaminici (Vicon, Viterra), Anestetici (Daricon, Daritran, Miridin, Niamid, Tyzine, Visine).
La fabbricazione avviene su licenza della società capogruppo statunitense (Chas. Pfizer & Co, Inc., N.Y.), proprietaria dei brevetti originali, risultato delle ricerche condotte dalla società stessa.
Agli inizi degli anni Sessanta il procedimento tecnologico di lavorazione si può riassumere come segue: le materie prime, in parte di provenienza estera (es. Terramicina, Tetraciclina, Oleandromicina) e in parte nazionale (es. Dydrostreptomicina, Penicillina procoina e potassica, Dybenzile sterile e vitamine varie), introdotte nei locali di lavorazione ad aria condizionata sterile o semisterile, vengono miscelate (in alcuni casi la miscelazione è preceduta da molitura o micronizzazione); le miscele preparate passano alle macchine incapsulatrici o comprimitrici se si tratta di capsule o compresse, o direttamente alle macchine riempitrici in tutti gli altri casi. I contenitori (flaconi, fiale, tubetti, ecc.) previamente lavati e, se necessario, sterilizzati, vengono riempiti, chiusi mediante tappatura o aggraffatura a macchina (le fiale vengono saldate a fuoco) e passati ai tavoli di controllo. I prodotti ottenuti vengono avviati al reparto di confezionamento per l’etichettamento a macchina, l’astucciamento e l’inserimento dei materiali accessori (tagliafiale, cucchiaini, fogli illustrativi ecc.) e quindi inscatolati per l’inoltro al magazzino finiti. Il laboratorio di controllo esegue analisi su tutti i prodotti nei vari e successivi stadi di lavorazione (miscele, compresse e capsule, inflaconati, finiti).
A partire dagli anni Ottanta la Pfizer acquista piccole-medie aziende nazionali del settore (es. Roering, Restiva, Bioindustria, ClinOps, Animal Health), ampliando l’offerta di produzione e confermando la sua affermazione sul mercato. In particolare si aggiunge la fabbricazione di farmaci antireumatici (Piroxicam, prodotto di punta), antipertensivi, cardiovascolari e ipocolesterolemizzanti, antimicotici, neurologici, ormonali e urologici. Dalla metà degli anni Novanta vengono realizzati anche prodotti veterinari e cosmetici.
Oggi Haupt Pharma Latina-Aenova Group in quello che rappresenta uno dei più grandi stabilimenti produttivi del gruppo realizza preparati biologici, otturazioni sterili in betalattame, penicilline, paratiticidi e solidi orali convenzionali.
Nuovo corpo uffici, ampliamenti laboratorio analisi e ricerche, nuovo laboratorio di sintesi organica, nuova ala reparto magazzini e confezionamento, ampliamento area interna reparto di produzione.
• Ampliamento(11-06-1965)Nuovo corpo di fabbrica (struttura muraria e carpenteria metallica) destinato alle lavorazioni; ampliamento/ trasformazioni dei preesistenti locali destinati a servizi; nuovi impianti di condizionamento idrico con annessa stazione di pompaggio;nuovi depositi solventi e infiammabili.
• Aggiornamento(01-06-1971)Opere complementari finalizzate all'installazione delle nuove linee di produzione: nuove suddivisioni interne degli spazi mediante inserimento di tramezzature e partizioni, predisposizione opere per impianti, installazione di nuovi macchinari e attrezzature.
• Ampliamento(27-06-1978)Ampliamento stabilimento di sintesi organica, costruzione del campo da calcio e del parcheggio scoperto
• AmpliamentoAmpliamento uffici mediante l'estensione del corpo di fabbrica nel patio, costruzione di un nuovo deposito per liquidi infiammabili, piccola estensione laterale del piano terra dell'esistente edificio di sintesi organica.
• Ampliamento(25-07-1983)Realizzazione di un impianto di trattamento acque reflue nell'area libera posteriore dello stabilimento.
• Ampliamento(10-09-1984)Estensione dell'edificio principale, sul lato ovest, finalizzato ad accogliere la lavanderia, lo stabulario e il magazzino parti di ricambio meccaniche, estensione sul lato nord dell'esistente cabina elettrica.
• Ampliamento e demolizione(01-01-0001)Demolizione dell'originario stabilimento temporaneo, costruzione di un capannone industriale adibito a magazzino, costruzione di un avancorpo sulla zona di accesso allo stabilimento principale, estensione del locale portineria.
• Ampliamento(01-07-1985)Estensione e sopraelevazione dello stabilimento principale destinati in parte alla localizzazione di nuovi impianti tecnologici ed in parte ad uffici, costruzione di due piscine e locale servizi ad uso privato per le attività ricreative dei dipendenti
• Ampliamento(20-03-1990)Realizzazione di un'area di distribuzione automatica di materie prime e semilavorati
Progettato dallo studio Calini-Montuori in collaborazione con l’arch. Adalberto Libera, lo stabilimento industriale della Pfizer Italiana occupa la porzione nord-occidentale di un lotto trapezoidale sviluppato in profondità, a ridosso del fiume Sisto e della strada statale dei Monti Lepini.
L’iniziale stabilimento temporaneo di produzione, costituito da un capannone a pianta rettangolare con copertura metallica a due falde, è preceduto dal blocco dello stabilimento principale, strutturato da pilastri in cemento armato posizionati su una maglia regolare (6,10 x 6,10 m) che compone un rettangolo i cui lati sono in rapporto di 2:1.
L’accesso porticato comunica con un patio attrezzato con vasca e sistemazione a verde, funzionale a mantenere separati la fascia dei servizi (mensa, cucina, lavanderia) dagli ambienti di lavoro e dai reparti di produzione e stoccaggio (uffici, laboratori, area confezionamento, magazzini).
La marcata orizzontalità dell’edificio, sviluppato principalmente a un solo piano, non è intaccata dallo sviluppo a due piani del corpo che raggruppa i reparti sterili e non sterili, in posizione arretrata rispetto al fronte. Separati dall’edificio principale sono riconoscibili gli annessi dello stabilimento: la portineria connessa alla pensilina di accesso al sito e nascosta da una parete longitudinale in laterizi; l’alto serbatoio idrico esagonale su pilastri in cemento armato; il corpo interrato della cabina di pompaggio e quello defilato della cabina di trasformazione elettrica.
L’insieme degli edifici, parte integrante del connesso progetto di sistemazione a verde dell’intorno, risulta oggi inglobato in un complesso industriale più ampio, frutto degli ampliamenti e delle notevoli trasformazioni che hanno profondamente alterato l’assetto originario.