Lun, 6 Gennaio

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Stabilimenti

Gli stabilimenti produttivi italiani del Secondo dopoguerra si caratterizzano, rispetto ai decenni precedenti, per una maggior varietà nell’articolazione dei volumi e per l’impiego sempre più diffuso, negli impianti come nei macchinari, di apparati tecnologici disponibili sul mercato internazionale.

Nel ripensamento della fabbrica tradizionale – intesa come involucro indifferenziato, con struttura puntiforme a pilastri e copertura a shed – condiviso da progettisti noti come da quelli meno conosciuti, emergono nuovi caratteri formali e funzionali, come la ricerca della riconoscibilità di un complesso edilizio, il rispetto di criteri di comfort degli spazi di lavoro per gli operai, l’annessione di servizi sociali accessibili anche alle famiglie degli operai.

Malteria SAPLO (ex Tirrena)

Lo stabilimento della Malteria Tirrena S.p.A. è stato realizzato a Pomezia nel 1965 nella zona industriale in via Naro ai margini nordorientali della città. L’edificio è l’esito di una progettazione integrata tra l’esperienza della Società Anonima Produzione e Lavorazione Orzo (S.A.P.L.O.) e una conoscenza tecnologica e impiantistica di marca tedesca.

Stabilimento farmaceutico AENOVA Group (ex Pfizer Italiana)

A partire dal 1950 l’azienda farmaceutica statunitense Chas. Pfizer &Co., Inc., nota per sfruttare la tecnologia della fermentazione nella produzione a larga scala di vitamine e penicillina, con la scoperta dell’antibiotico Terramycin® entra direttamente nel mercato farmaceutico americano avviando la commercializzazione dei propri prodotti.

Un campione di stabilimenti realizzati in Lazio (1950-1975) appartenenti alle filiere produttive chimico-farmaceutiche e agro-alimentari, attraverso immagini inedite conservate presso archivi privati e istituzionali, o pubblicate in opuscoli aziendali e riviste specializzate dell’epoca.